PIKTORI

ADRIAN PACI

 

18 Maggio – 25 Giugno 2002

a cura di Angela Vettese

 

Inaugurazione: 18 maggio 2002 ore 19.00

 

La mostra è organizzata in collaborazione con PROMETEO Associazione Culturale per l'Arte Contemporanea

Adrian Paci, artista noto al pubblico internazionale per la sua partecipazione a Manifesta e a quello italiano, tra l'altro, per la partecipazione alla mostra del Premio Furla, espone alla galleria Claudio Poleschi di Lucca due nuovi lavori riuniti in un solo titolo Piktori.


Nel vasto spazio della chiesa l'artista albanese ricorda un personaggio conosciuto nella sua città, un pittore che si guadagna da vivere dipingendo quadri, ma anche documenti, diplomi e certificati falsi. Paci ci mostra un video in cui il pittore reale ci racconta, seduto di spalle, la sua storia e soprattutto pone le sue domande: è dottore chi si vanta di una laurea falsificata? E' un artista colui che vende la propria manualità? E chi decide cosa è arte e cosa no?
Identificandosi con questo personaggio, Adrian Paci ha costruito il suo proprio chiosco, nel quale ha ammassato opere eseguite da lui stesso e alle quali è possibile riferire la stessa domanda: chi e perché deciderà se sono arte? Chi e perché, addirittura, deciderà se lui esiste o no? Un suo certificato di morte, che ha fatto confezionare per sé nel chiosco originale, mette in questione addirittura la sua esistenza. Tali domande travalicano il terreno su cui si muove da sempre la poetica di Paci, quello della ricerca dell'identità e del permanere della memoria negli esuli, anche se volontari, per raggiungere un più vasto significato che ha a che fare con la natura dell'arte e con la natura umana.
Un simile approccio, che dal particolare di una certa terra passa all'universale, anima la seconda opera: una grande fotografia che ritrae la tipica Mercedes rubata nel piatto paesaggio albanese, con il cofano aperto e degli ovini squartati nel baule. Il lusso si associa al necessario per la sopravvivenza. Ciò che appare un'immagine raccapricciante non è, in realtà, che il ritratto del cibo in un luogo in cui anche il cibo può essere un lusso. Ma la foto mostra anche un lato sacro: l'agnello è oggetto per eccellenza del sacrificio religioso e ci riporta alla domanda di sempre: ha senso il male?

Adrian Paci è nato nel 1969 a Shkoder in Albania. Vive e lavora a Milano.
Principali Mostre Personali: 2001: Bildmuseet Umea, Svezia; Fondazione Lanfranco Baldi, Firenze; 2002: Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo; Irida Gallery, Sofia.
Principali Mostre Collettive: 1999: XLVIII Biennale di Venezia; 2000 Oberhausen Short Film Festival, Oberhausen; BAN Exhibition, International House, Brussels; Manifesta 3, Ljubljana; Kasseler Dokumentarfilm-und Videofest, Kassel; 2001: “Short Stories”, Fabbrica del Vapore, Milano; Biennale di Valencia; Premio Michetti, Francavilla al Mare; Biennale di Tirana; “Beautiful Strangers, “ Ifa Gallery, Berlino. “Ostensiv”, Kunstraum Leipzig, Lipsia; “Killing me softly”, Bildmuseet Umea, Svezia; 2002: “It’s ain’t much but it’s home “ BINZ39, Zurigo; “ The Horse Would Know but The Horse Can’t Speak”, Fondazione Querini Stampalia, Venezia.

© 2020 Claudio Poleschi Arte Contemporanea