Claudio Poleschi Arte Contemporanea

presenta

 

GIAN MARCO MONTESANO

Mon histoire à moi

a cura di Carlo Vanoni

 

26 ottobre 2024 – 31 gennaio 2025

INAUGURAZIONE | sabato 26 ottobre, ore 18.00

Claudio Poleschi Arte Contemporanea

Repubblica di San Marino

 

San Marino, 9 ottobre 2024. Dal 26 ottobre 2024 al 31 gennaio 2025 la Galleria Claudio Poleschi Arte Contemporanea presenta Mon histoire à moi, mostra personale di Gian Marco Montesano, a cura di Carlo Vanoni, che ripercorre cinquant'anni di carriera di uno degli artisti italiani più significativi e conosciuti sulla scena internazionale.


Concepita come un’ampia antologica, l’esposizione raccoglie nella sede sammarinese della galleria una selezione di opere che offre una visione completa dell’evoluzione artistica di Montesano, attraversando tutte le fasi della sua produzione, dalla ricerca fortemente personale delle origini alle creazioni più recenti, testimoni di un costante rinnovamento stilistico e di un’inesauribile creatività. Con una narrazione visiva articolata e potente, la mostra racconta i diversi modi in cui l’artista ha saputo affrontare il tema della memoria storica e dell’immaginario collettivo.


Il titolo della mostra, Mon histoire à moi, ne riassume il tema centrale: la narrazione personale e intima della storia, filtrata dalla sensibilità e dall’immaginazione di Montesano, e la sua capacità di guardarla con occhio poetico, trasformando eventi storici, figure simboliche e immagini della cultura
popolare in opere che vanno oltre il semplice episodio, diventando strumenti di riflessione sull’identità collettiva e sulla natura del ricordo. Un’arte intrisa di memoria, una forma di narrazione che invita lo spettatore a osservare il passato con sguardo nuovo, ricco di sfumature emotive e intellettuali.

Montesano è celebrato anche per la sua attenzione all’immaginario cinematografico, in particolare degli anni Trenta e Quaranta, che si riflette in molte delle sue opere, dove atmosfere sospese e riferimenti iconici offrono una rilettura dei temi della memoria e della storia. Le tele dell’artista, spesso caratterizzate da cromie delicate e da una tecnica che coniuga rigore e lirismo, evocano scene e personaggi che diventano simboli di momenti cruciali, dal fascismo alla resistenza.


Gian Marco Montesano ha saputo costruire un linguaggio visivo denso di riferimenti culturali, capace di emozionare e coinvolgere il pubblico. Attraverso l’uso sapiente delle immagini, l’artista crea un dialogo tra passato e presente invitando lo spettatore a interrogarsi sui propri ricordi e sul modo in cui la storia viene narrata e ricordata. 

Le sue opere, così ricche di spunti e significati, offrono un’esperienza estetica e intellettuale di grande impatto, che mette lo spettatore di fronte a domande profonde sull’identità, sulla memoria e sul significato dell’arte come mezzo di indagine storica e culturale. Con il suo stile unico e la sua capacità di attraversare epoche e linguaggi, Montesano continua a essere una presenza fondamentale nel panorama contemporaneo, con opere che non sono solo quadri, ma veri
e propri strumenti di riflessione che trascendono il tempo e lo spazio.

 

Gian Marco Montesano, Amerique 3, 2018, olio su tela, cm 80x100

 

Nato a Torino, Gian Marco Montesano dopo aver vissuto per una decina di anni a Parigi, ora vive e lavora tra Roma e Bologna. Artista, scrittore e regista teatrale, negli anni Settanta si trasferisce a Bologna, dove inizia a dipingere le immagini con le quali è cresciuto durante gli anni della sua formazione religiosa – quelle di arte sacra veicolate dalla devozione popolare dei “Santini” – spostandole dalla loro origine tradizional-popolare per riproporle caricate di nuovi significati in una chiave che, semplificando, si potrebbe dire Post-Moderna. Si tratta di un ciclo di dipinti che, con evidente intento provocatorio, volle intitolare Le Coeur de l'Art est Catholique. Nel lungo periodo parigino viene coinvolto nella vivace scena culturale dell'epoca, entrando in rapporti di intensa amicizia con i filosofi Gilles Deleuze e Jean Baudrillard. Dalla fine degli anni Ottanta e per tutti gli anni Novanta a Montesano viene attribuita una sorta di paternità del cosiddetto Medialismo, attribuzione che Montesano accoglierà con molte reticenze fino al rifiuto, in quanto il linguaggio di Montesano non è semplicemente metalinguistico quanto piuttosto teso a ricreare un “realismo” del tutto mentale che riflette sugli enigmatici significati della Storia, lavorando una pittura quasi sempre in bianco e nero. Infatti, il repertorio della memoria storica (necessariamente fotografico) utilizzato da Montesano è costituito dal nostro immaginario collettivo, datato soprattutto agli anni drammatici e cruciali della formazione dell'Europa nel corso del ventesimo secolo fino al momento della sua crisi. In questo panorama dell’essere troviamo tutti gli eterogenei personaggi alle prese con il Divenire: bambini e donne, soldati e scene di azione bellica, paesaggi di gusto romantico, dive evedute urbane di genere cinematografico, post-realista.


Oltre alla pittura, Montesano ha intrapreso anche una carriera da regista teatrale, costituendo una compagnia nota per il suo teatro di sperimentazione e innovazione.

Montesano è stato invitato alla Biennale di Venezia nel 1993 e nel 2009; nel 2003 e nel 2005 alla Biennale di Praga. Ha tenuto mostre personali in importanti spazi pubblici e privati sia in Italia che all'estero. Hanno scritto di lui critici e filosofi, tra i quali Gilles Deleuze, Philippe Sollers, Jean Baudrillard, Toni Negri, Achille Bonito
Oliva.

 

 

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